Se un bambino gioca a cucinare viene deriso (e poi diventa un Cracco o chi per esso), se una bambina preferisce le macchinine alle bambole di sicuro verrà additata come “quella strana”. Abbiamo lottato per la parità dei sessi e riusciamo ad incastrarci negli stessi luoghi comuni di sempre.
Nei giorni scorsi ad una delle più importanti conferenze nel suo ambito, due ragazzi stavano discutendo di argomenti tecnici con un filo di malizia. Una ragazza davanti a loro si gira, scatta loro una foto e la pubblica su Twitter per esprimere tutta la sua indignazione in pubblica piazza. Magari aggiungendo un altro paio di tweet, si sa mai che gli organizzatori si perdano una segnalazione tanto importante. Segue squalifica (dall’evento in questione) di due anni per i villani, con conseguente trionfo della paladina del doppio senso.
Al ritorno a casa uno dei due condannati, che era alla conferenza per conto di uno degli sponsor, ha ricevuto una lavata di capo dal suo superiore e sa che per un bel po’ la sua reputazione professionale sarà compromessa. L’indignata non perde occasione per rincarare la dose sul proprio blog, col tono di chi ha fatto valere i suoi diritti ed ottenuto giustizia. La maggioranza dei commenti ricevuti non sono propriamente “a sostegno della sua tesi”, per usare un eufemismo.
Ho interessi prettamente maschili da sempre, e lavoro in ambito IT da altrettanto. Ho perso la pazienza in alcuni casi e fatto buon viso a cattivo gioco in altri, ma a quanto pare i piantagrane sono l’unica specie che ha ottenuto la parità dei sessi.
Che tristezza e che fastidio. Spero che sta ragazza si renda conto di che male ha fatto a sti due, che saranno anche un bel paio di cazzoni ma mettere in pericolo il loro lavoro mi pare eccessivo. Poi forse sarò strana io, ma non sarebbe bastato un sano ‘ma piantatela?’ Mah :/
Concordo con te 🙂
Ovviamente, non puoi che trovarmi d’accordo con te. Poche altre possono capirti allo stesso modo! 😉
sei fantastica, quando torni’