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La furbetta del carro attrezzi

Il carro nonfunebre di casa (leggi: la Skoda Fabia Wagon comprata poco meno di 8 mesi fa) ha sfidato ogni livello della mia pazienza.

Passi la chiusura centralizzata che mi ha fatto passare per ladra della mia stessa auto più e più volte, in accoppiata con l’antifurto a sirena.
Passi la spia dello scarico perennemente accesa, della quale chiunque mi ha detto “non è niente”. E allora perchè ti accendi, accidenti?
Ma il computer di bordo che si mette a suonare e mostrare messaggi stile “spegnere IMMEDIATAMENTE il veicolo, che esploderà in 30 secondi ma preoccupandosi di eiettare tutti i sedili occupati” per 3 volte in 45 minuti e rigorosamente sui tratti di autostrada senza corsia d’emergenza… a quel punto inizio a pormi delle domande, sotterro l’impulsività, noleggio la fermezza e corro in officina Audi (che è quella che si occupa dell’assistenza delle Skoda, insieme a Volkswagen).

Senza prendere fiato per respirare abbozzo un “temo di avere qualche problema con la mia auto nuova, e siccome ho la fortuna di avere un lavoro non ho intenzione di spendere un centesimo per la vettura sostitutiva”.
Il tizio (l’accettatore?) sfodera tutta la sua empatia (maledetto!) e mi dice: “è prevista la vettura sostitutiva per tre giorni se attiviamo il servizio di Mobilità Stradale, ma se il cliente si reca in sede costa 40€ al giorno”.
Non esce una parola dalla mia bocca, ma la mia testa inizia a fare “no no no no no” da sola, costellata dallo sguardo più perplesso di cui disponga stile credo di non avere capito.

Andiamo alla mia auto, prendiamo l’astuccione sotterrato sotto il sedile. Mr. Accetta (quella con cui vorrei colpirlo ripetutamente) mi indica il numero verde dicendomi “vada fuori da qui e chiami il numero verde, verrà un carro attrezzi a prenderla e portarla qui”.

Credo che la mia mascella sia rimasta paralizzata davanti all’officina in quel momento, salgo in auto e faccio 5 minuti di strada mentre penso dove potrei casualmente ritrovarmi con l’auto in panne. Quattro frecce davanti a due bidoni della spazzatura. Mando una mail al capo (che vivendo insieme al suo Blackberry so che leggerà in tempo zero) e chiamo.

Mentre ripercorro il classico luogo comune in cui il carro attrezzi arriva un secondo prima dell’incidente stradale, fornisco i miei dati all’operatrice. “Le arriverà un sms sul cellulare (che non mi hai chiesto e che stai usando senza il mio consenso, ma sorvoliamo) con l’orario di arrivo del carro attrezzi”. Sono le 10:35 e mi chiedo il perchè di tutta questa sceneggiata all’italiana.

Dopo 20 minuti arriva l’sms: “il suo carro attrezzi arriverà alle 11:23”. Balle, salgo su un ricettacolo di batteri e tabacco guidato da un conducente con la sbandata facile che sono le 11:45.
Ritorno in officina, mi danno le chiavi di mezza auto sostitutiva con 3 porte e 3 metri e mezzo di lunghezza (ma un bagagliaio che sembra la borsa di Mary Poppins!) e riesco ad arrivare in ufficio (che dista una decina di minuti dall’officina) alle 12:30. Bello l’orario flessibile, anche quando ti fa restare al lavoro fino a quando sono già usciti praticamente tutti.

Mi mancano i miei controlli al volante, ma l’odore di auto nuova compensa… sarà che secondo me viene creato con l’aggiunta di qualche oppiaceo. Se così non fosse le case automobilistiche sarebbero già saltate in aria tutte, altro che autocombustione davanti all’Agenzia delle Entrate!

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